giovedì 9 dicembre 2010

Luce che corre sul balcone

La figlia di Giacomo Balla, quella ritratta, in scomposizione progressiva,  nella bellissima tela "Bambina che corre sul balcone", si chiama Luce...  Sorrido, e come altro poteva chiamarsi?

venerdì 3 dicembre 2010

La scala a spirale stretta

Sono appena tornata dalla preview del Museo del Novecento. Notevole non solo per le tele e per gli spazi. Hanno completamente sventrato l'Arengario, per coinvolgerti in un percorso a spirale stretta, che ti porta velocemente in alto e ti sorprende per l'architettura spettacolare che entra dalle finestre: il Duomo, Palazzo Reale, la piazza stessa con le molte persone e il tram a lato. Uno bello spazio che ci voleva proprio, dal quale ammirare anche quanto sia bella Milano, poi magari certi dettagli  non mi esaltano o proprio non mi piacciono ma nell'insieme apprezzabilissimo.

martedì 26 ottobre 2010

Ovunque ti volti

Ovunque ti volti ci sono cose quotidiane e belle e ignorate.

martedì 28 settembre 2010

Pensieri corti

Ci vogliono pensieri corti per credere a certe cose. I miei pensieri sono lunghi e gettano ombre. Indelebili.

martedì 31 agosto 2010

La densità del tempo

L'arte cinese non mi ha interessato, non la capisco e non la conosco ma penso che sia il momento di capire. Inizia dal contemporaneo -mi son detta- la globalizzazione porterà con se una più facile comprensione dei segni. Così sono andata al PAC a vedere Zhang Huan. Soprattutto sculture e tele in lino e cenere d'incenso, che dà una insolita variabile profondità al nero e ai grigi. All'ingresso due grandi Budda, uno il calco dell'altro. Uno splendente in alluminio, l'altro, fragile, in cenere, si perde, si disfa con l'andar dei giorni, con i passi dei visitatori, con le più piccole vibrazioni. Eppure il Budda rimane lì con la sua aria imperturbabile, con quell'espressione di indifferenza e comprensione totale. Non so se percepivo il tempo immobile o in movimento, so che era stranamente denso e so che sarei rimasta ore per scorgere qualche granello scivolare, sarei rimasta ore ma non avevo tempo e sono andata oltre.

mercoledì 25 agosto 2010

La casa di Rubens

... e lo sapevi che il van Dych era allievo del Rubens? Ad Anversa, nella casa di Rubens c'è un bel ritratto, omaggio del maestro al giovane, definito "il più talentuoso degli apprendisti".

domenica 22 agosto 2010

Passerelle Simone de Beauvoir-Prospettive urbane

A Parigi c'è una nuova passerella pedonale. Cammini sopra le doghe di legno e vedi l'acqua sotto e vedi la città, un brano diverso di città, da diverse prospettive. Collega Bercy alla Biblioteca Nazionale. Quando ero andata a vedere gli alti edifici a libro di Dominique Perrault, arrivando in metrò, camminandoci intorno, il naso in sù, avevo documentato, fotografato i dettagli curati ma l'architettura nel suo complesso non mi aveva coinvolto. Ora, arrivandoci attraverso la Senna, scoprendola per parti diverse e poi nella sua interezza, ne capisci la leggerezza nel cielo mutevole di Parigi.

lunedì 2 agosto 2010

Cadono giù

Cadono giù stelle in certe sere d'estate.

martedì 6 luglio 2010

La danza della pioggia

Fa un caldo che ci si scioglie, bisognerebbe fare una danza della pioggia...
Quand'ero piccola, mio fratello ed io la facevamo. Nelle giornate di calura estiva, giravamo intondo in giardino, una mano alla bocca e l'altra alzata, ci sentivamo degli indiani... nostra madre in sottofondo, sorridento a denti stretti, ci diceva "non fate gli sciocchi".
E' un bel ricordo, che sa di lago e di prato.

mercoledì 21 aprile 2010

Storie di design

Ho seguito la presentazione, in Triennale, dell'ultimo libro di Andrea Branzi "Ritratti e autoritratti di design". Lavoro interessante e sperimentale perchè fa un'analisi del design a partire dalla storia dei suoi protagonisti, delle persone che stanno dietro le cose e che quelle cose hanno pensato e disegnato....
Giudizi esatti, caustici con grazia, ricompongono lo scenario di un sistema policentrico e articolato.
Alla presentazione è seguito un dibattito sul design contemporaneo (e di conseguenza su quanto appena visto nella settimana dei Saloni), definito autoreferenziale, senza contenuti se non quelli dell' innovazione tecnologica a tutti i costi.
Un design senza cultura, senza domande che inizia a stancare nella sua qualità estetica sempre più raffinata, senza errore, senza azzardo.
Non so se fosse il ruggito di rivolta -e poco compassionevole-, dei vecchi leoni del design presenti e schierati in prima fila (Mendini, Enzo Mari, De Lucchi, ecc.),
so che il confronto è stato acceso, franco e molto poco istituzionale-elogiativo.
A conclusione dei Saloni non si poteva sperare di meglio. Sono quelle cose che poi sei proprio felice di esserci stato.

NB Nessuno ha parlato di amicizia nè di stretti rapporti di fratellanza, eppure hanno attraversato insieme movimenti e storie. I grandi si riconoscono anche da questo.

venerdì 9 aprile 2010

Una bella collezione temporanea

"La mano del designer", a villa Necchi Campiglio, un'oasi di pace nel cuore segreto di Milano, è un'interessante mostra di disegni autografi, per la precisione 460, donati al FAI -sotto gentile richiesta- da 150 designers, generosi, è proprio il caso di dirlo: un numero pressochè simile non si è degnato di rispondere o ha risposto negativamente.
L'idea, calzante e azzeccata, è quella di costituire una collezione di disegni che, tra poco più di un mese, saranno esposti e quindi dispersi in un' asta battuta da Sotheby's.
Lo scopo non nascosto è quello di raccogliere fondi per continuare l'accurato recupero dell'opera del Portaluppi, l'architetto che negli anni trenta ha con tanta maestria costruito e arredato, fino ai minimi dettagli, la villa sede della mostra (http://www.fondoambiente.it/beni/casa-necchi-campiglio-beni-del-fai.asp).
L'esposizione è accompagnata da un bel catalogo edito da Moleskine -i più grandi editori al mondo di pagine bianche in attesa di schizzi e appunti, come amano, a ragione, definirsi-. Il volume, dalla grafica raffinata, rimarrà prezioso e unico documento di una bella collezione temporanea, di un lavoro di indagine sui modi personali di inseguire un'idea, una forma, un colore.
La conferenza stampa è terminata senza rinfresco, "sarebbe stato in contrasto con lo spirito del FAI", ha più o meno detto uno degli organizzatori. E' seguito un sincero convinto applauso.

mercoledì 3 marzo 2010

Case

Mi sto perdendo nelle case altrui: www.theselby.com

lunedì 22 febbraio 2010

La bellezza imperfetta delle cose

Leggevo stamattina, nell'ultimo numero di Area, sul design e sull'estetica della sparizione, dove "le cose devono la loro esistenza al fatto che scompaiono, come un'immagine sullo schermo". Perdendo il ritmo lento della rivelazione delle cose abbiamo perso un senso in favore di un altro. Leggevo della bellezza imperfetta delle cose, temporanea e incompleta e del design che si fa liquido, dove forma e funzione non sono più determinate ma capaci di adeguarsi, trasformarsi. Ho pensato che fossero cose su cui riflettere un poco.

Libri sul comodino

"Qualunque cosa succeda" di Umberto Ambrosoli, perchè in questo periodo provo un bisogno urgente di persone perbene, modelli positivi.
"Il tempo invecchia in fretta" di Antonio Tabucchi, perchè Tabucchi è sempre Tabucchi, una buona scrittura, riconoscibile e fredda.
"Follia? Vita di Vincent van Gogh" di G. Bruno Guerri, perchè le biografie di artisti mi riempiono sempre di meraviglia, anche quando sono, e lo sono spesso, dolorose.

La discesa infinita

Vincent van Gogh definì la sua vita come " la discesa infinita ". E' una bellissima definizione.
(incipit del saggio: Follia? Vita di Vincent van Gogh, G. Bruno Guerri, Bompiani)

lunedì 8 febbraio 2010

PRESS PREVIEW

Alla press preview gli oratori passano gran parte del tempo a farsi pubbliche dichiarazioni, non tanto di stima, che sarebbe più comprensibile, ma di amicizia,
come se il fatto che ci sia dell'amicizia tra di loro bastasse come garanzia di eccezionalità ai presenti.
L'altra mattina in Triennale, uno di loro si rivolgeva ad un altro ripetendo "il mio amico fraterno" , "il mio fratello di sangue", tanto preso dall'emozione della sua stessa epopea da non capire più che "il mio fratello di sangue" è come dire fratello-fratello. Si chiamano per nome, salutano pubblicamente quello del loro gruppo non seduto al tavolo degli oratori (questa volta no ma c'era senz'altro la scorsa e ci sarà senz'altro la prossima -ormai ho capito come funziona-), dicendo, sorridenti e benevoli, "vedo anche il caro amico Fulvio tra il pubblico", per sollecitarlo a qualche intervento acclamante, penso, o per un dovuto tributo all'escluso di turno.
Finita la presentazione, si scambiano grandi pacche sulle spalle con gli amici fraterni della prima fila; la voce è sempre un po' alta quando si raccontano gli imminenti progetti e gli incontri fortuiti con altri amici fraterni.
Dovrebbero poi accompagnare il pubblico nella visita della mostra ma invece si trattengono troppo a lungo l'un l'altro, elogiando le proprie gesta. Il pubblico si disperde, sentendosi di troppo. La mostra però è interessante e ben fatta e loro sono pure bravi, non potrebbe bastare questo?

giovedì 14 gennaio 2010

Cappotti e sciarpe

Mi sembrano un miraggio, adesso, quei pomeriggi di fine inverno quando all'improvviso slacci il cappotto, allenti la sciarpa e senti il sole in faccia, un venticello leggero e ti frullano pensieri in testa, un misto di passato e futuro, proiezioni e desideri pungenti... Arriverà la primavera, come ogni anno arriverà e ci coglierà di sorpresa.

venerdì 8 gennaio 2010

Luci sulla Scala

Per chi è nei paraggi, ma meriterebbe una gitarella serotina anche da più lontano, consiglio vivamente di andare a vedere -fino al 10 gennaio- l'opera luminosa di Mario Nanni sulla facciata del teatro alla Scala di Milano, per vivere mezz'oretta di vero incanto per gli occhi.
L'architettura ne è al contempo sottolineata e trasformata fino a divenire cielo di nubi e pilastri di libri, mentre ombre bianche passano dietro le finestre e si siedono sui cornicioni. L'installazione fa parte del Festival Internazionale della Luce (http://www.ledfestival.it/), termine forse un po’ troppo enfatico rispetto la realtà di alcune altre installazioni, non di questa, davvero notevole. Il Piermarini senz'altro approverà.

giovedì 7 gennaio 2010

La casa

Sono passata davanti in fretta, la casa è tutta illuminata, qualcuno la abita. Ho guardato le finestre pensando di trovare noi affacciati ma, strano, noi non c'eravamo. Forse la casa tirerà qualche tiro mancino, qualche lieve scherzo senza importanza: una crepa improvvisa, il tichettio sospetto di un orologio che non batte più il tempo. Perchè le case, è cosa certa, hanno un'anima.