mercoledì 21 aprile 2010

Storie di design

Ho seguito la presentazione, in Triennale, dell'ultimo libro di Andrea Branzi "Ritratti e autoritratti di design". Lavoro interessante e sperimentale perchè fa un'analisi del design a partire dalla storia dei suoi protagonisti, delle persone che stanno dietro le cose e che quelle cose hanno pensato e disegnato....
Giudizi esatti, caustici con grazia, ricompongono lo scenario di un sistema policentrico e articolato.
Alla presentazione è seguito un dibattito sul design contemporaneo (e di conseguenza su quanto appena visto nella settimana dei Saloni), definito autoreferenziale, senza contenuti se non quelli dell' innovazione tecnologica a tutti i costi.
Un design senza cultura, senza domande che inizia a stancare nella sua qualità estetica sempre più raffinata, senza errore, senza azzardo.
Non so se fosse il ruggito di rivolta -e poco compassionevole-, dei vecchi leoni del design presenti e schierati in prima fila (Mendini, Enzo Mari, De Lucchi, ecc.),
so che il confronto è stato acceso, franco e molto poco istituzionale-elogiativo.
A conclusione dei Saloni non si poteva sperare di meglio. Sono quelle cose che poi sei proprio felice di esserci stato.

NB Nessuno ha parlato di amicizia nè di stretti rapporti di fratellanza, eppure hanno attraversato insieme movimenti e storie. I grandi si riconoscono anche da questo.

venerdì 9 aprile 2010

Una bella collezione temporanea

"La mano del designer", a villa Necchi Campiglio, un'oasi di pace nel cuore segreto di Milano, è un'interessante mostra di disegni autografi, per la precisione 460, donati al FAI -sotto gentile richiesta- da 150 designers, generosi, è proprio il caso di dirlo: un numero pressochè simile non si è degnato di rispondere o ha risposto negativamente.
L'idea, calzante e azzeccata, è quella di costituire una collezione di disegni che, tra poco più di un mese, saranno esposti e quindi dispersi in un' asta battuta da Sotheby's.
Lo scopo non nascosto è quello di raccogliere fondi per continuare l'accurato recupero dell'opera del Portaluppi, l'architetto che negli anni trenta ha con tanta maestria costruito e arredato, fino ai minimi dettagli, la villa sede della mostra (http://www.fondoambiente.it/beni/casa-necchi-campiglio-beni-del-fai.asp).
L'esposizione è accompagnata da un bel catalogo edito da Moleskine -i più grandi editori al mondo di pagine bianche in attesa di schizzi e appunti, come amano, a ragione, definirsi-. Il volume, dalla grafica raffinata, rimarrà prezioso e unico documento di una bella collezione temporanea, di un lavoro di indagine sui modi personali di inseguire un'idea, una forma, un colore.
La conferenza stampa è terminata senza rinfresco, "sarebbe stato in contrasto con lo spirito del FAI", ha più o meno detto uno degli organizzatori. E' seguito un sincero convinto applauso.